I gatti domestici derivano quasi esclusivamente dal gatto selvatico fulvo; fanno eccezione i gatti d'Angora che si ritengono derivati dal Manul (Felis manul). Le prove addotte per queste derivazioni dalle forme selvatiche si basano sui caratteri somatici generali ed in particolare sui caratteri della dentatura, dei piedi posteriori e della coda.
L’origine dei gatti domestici
Tuttavia l'origine certa delle forme domestiche resta egualmente poco chiara cosi come avvolta nel mistero è l'epoca della loro domesticazione. Ambientatosi in Europa piú tardi che altrove (tanto è vero che mancano ossa di gatti tra gli avanzi umani preistorici europei), il gatto domestico viene citato dagli scrittori greci e romani soltanto a cominciare dal sec. I; comunque comincerà ad essere allevato su larga scala solo nel sec. VI nell'Europa orientale e nel X nell'Europa occidentale.
Oggi il gatto domestico è diffuso in tutto il mondo, ovunque il clima gli permetta di vivere. Il suo pelo può essere simile a quello del suo progenitore selvatico (tuttavia va fatto notare che nel gatto domestico, oltre alla macchiettatura trasversale, può verificarsi quella longitudinale concatenata); si hanno però anche gatti domestici di un solo colore; bruno, fulvo, giallastro, grigio-scuro, grigio-azzurro, grigio-argento, nero e bianco. Il bianco può essere pezzato di rosso e nero (questa pezzatura è piú diffusa nelle femmine). Spesso le striature e i colori del pelo dei gatti domestici sono molto belle, perciò si è diffuso l'allevamento dei gatti per fare uso, nella confezione, della loro pelliccia che risulta leggera, morbida e calda.
Razze domestiche
I gatti domestici si raggruppano in una quindicina di razze (tigrata, spagnola, d'Islanda, del Capo, del Gambia, certosina, persiana, siberiana, del Caucaso, del Paraguay, d'Angora, cinese, siamese, malese, di Man Cornovaglia). Fra queste le piú importanti sono il gatto d'Angora e il gatto siamese. Il gatto d'Angora è caratterizzato dalla pelliccia lunga e sericea, specie al collo, al ventre e alla coda. Il gatto siamese ha invece pelo raso e colore crema cinerino: sono nerastri la testa, gli arti e la coda.
Nella storia
Venerato dagli antichi Egizi, che lo importarono dall'Etiopia, il gatto domestico fu poi esportato nel territorio dei Romani. Ritenuto nel Medioevo un animale diabolico venne spessissimo perseguitato ed anche fatto perire sul rogo insieme alle streghe. Dal Medioevo ai nostri giorni, il gatto domestico è però divenuto un ausiliario sempre piú apprezzato della vita domestica.
Indole e carattere
La sua indole è tale che lo porta a convivere con l'uomo in una posizione relativamente indipendente; legato piuttosto alla dimora dell'uomo che all'uomo stesso, il gatto domestico conserva, in altre parole, anche dopo una lunga condizione di vita domestica, le sue attitudini di felino. È un animale intelligente, con i sensi ben sviluppati, ed ha agilità e scaltrezza non comuni, tanto da essere preso a simbolo di queste doti. Suoi nemici e vittime sono i topi ed anche i ratti. Data la grande agilità persino gli uccelli sono spesso sua preda. Il febbraio ed il giugno sono i mesi in cui i gatti domestici si accoppiano. La femmina partorisce 56 giorni dopo la fecondazione. I piccoli (da 3 a 5 per ogni covata), quando nascono, hanno gli occhi chiusi che si aprono solo dopo 9 giorni. La femmina ha grande cura della prole, che nutre, educa e difende dimostrando uno spiccato senso materno.
Le malattie più frequenti nei gatti domestici
Nei gatti domestici sono frequenti le malattie non infettive e non contagiose a carico dell'apparato gastrointestinale (per lo piú gastriti ed enteriti con quadro eziologico, clinico e anatomopatologico assai vario). Un po' meno frequenti le malattie dell'apparato respiratorio. Si hanno inoltre malattie della cute a carattere parassitario e malattie dell'apparato urinario e genitale. Per quanto riguarda le malattie infettive il gatto domestico ne è quasi immune. Tuttavia le poche cui va soggetto sono pericolose per l'uomo, cui le trasmette. In genere non sono malattie gravi: infezioni intestinali causate da parassiti (Taenia echinococcus, Dipilidium caninum) ed infezioni della pelle (quale la scabbia). L'idrofobia è rara nel gatto; tuttavia, se ne è affetto, lo è in forma grave e diviene assai pericoloso perché morde con grande facilità. Nei gatti domestici che vivono in città la tubercolosi è senza dubbio la malattia piú diffusa, sotto forma di tubercolosi polmonare e cutanea; quest'ultima, determinando piaghe, è una pericolosa fonte di contagio, tenendo conto anche del fatto che il bacillo di Koch che attacca il gatto domestico, è simile a quello dell'uomo.
Spesso i gatti domestici sono anche affetti da una forma di difterite assai simile alla faringite difterica dell'uomo. Non frequenti, ma pericolose per il contagio, sono le malattie cutanee determinate da ifomiceti, quali la tigna favosa e l'erpete tonsurante. La rogna sarcoptica, trasmissibile, è la malattia parassitaria piú diffusa nei gatti domestici. L'infezione attacca dapprima la zona della testa e piano piano invade tutto il corpo, provocando una forte desquamazione che è causa di incessante prurito e di notevole sofferenza.