Il tatto non è sicuramente fra i sensi più sviluppati dai nostri amici a quattro zampe; eppure, svolge una funzione fondamentale per la loro sopravvivenza, specie nei primissimi momenti di vita.
Tatto nei cani: quando e a cosa serve
Dal punto di vista dello sviluppo, il tatto è già tra le funzioni attive degli animali quando loro non sono ancora nati. A partire dal quarantacinquesimo giorno di gestazione, infatti, i cani hanno già la capacità di sentire e – in generale – di comunicare mediante questo senso. Alcuni esperimenti, infatti, hanno dimostrato come palpando la pancia della cagna incinta, i cuccioli presenti al suo interno sono in grado di rispondere involontariamente proprio mediante il tocco dall’interno del ventre materno. In questo modo, i cuccioli sviluppano una prima abitudine che li accompagnerà anche nei primissimi giorni di vita quando il tatto sarà parzialmente attivo nelle zone del muso mentre tutti gli altri sensi saranno ancora inattivi, vista e udito in primis. Solo mediante il tatto, infatti, il cucciolo appena nato riuscirà a comunicare con la madre e i suoi fratelli e quindi sarà capace di chiedere latte quando ha fame e di orientarsi con gli altri cuccioli nello spazio circostante che avrà a disposizione. Non riuscendo, poi, a mantenere costante la temperatura corporea si attiverà quello che gli esperti definiscono ‘termoattismo positivo’, con cui si intende la capacità di distinguere i suoni o di capire la differenza tra le diverse forme che, di volta in volta, gli andranno incontro. Anche nel corso dei primi mesi di vita, tuttavia, il tatto giocherà un ruolo fondamentale tra i fratelli di una cucciolata che, soprattutto di notte, si scambieranno coccole e rassicurazioni attraverso piccoli morsi e giochi di ruolo. In questa fase in cui tutto passa mediante il tatto, i cani possono anche capire le differenze tra le superfici su cui si muovono e – sempre mediante il tatto – incoraggiano il funzionamento dell’olfatto e del gusto che si preparano ad assaporare nuovi gusti ed odori. Fondamentali in questa fase, poi, sono le vibrisse, ossia i filamenti sottili posti sul mento, sulle guance e sopra gli occhi che aiutano il cane a distinguere ogni elemento e a memorizzarlo per poi riconoscerlo in futuro. Durante questa fase della vita del cucciolo, quindi, sarà importante che il tatto venga adoperato non solo per la comunicazione tra fratelli ma anche per i primi momenti di conoscenza con gli esseri umani. Ecco perché è importante socializzare con i cuccioli mediante carezze e coccole fin da piccoli, perché è solo in questa fase della vita che impareranno ad avvicinarsi all’uomo, a non temerlo e a rispondere alle sue carezze ‘tattili con affetto. Man mano che il cucciolo cresce, naturalmente, il senso tattile tenderà a passare in secondo piano lasciando il posto a quello olfattivo e uditivo che saranno sviluppati in gradazioni diverse anche in base alla razza di appartenenza dell’animale.
Cani: il tatto e gli altri sensi
Che il tatto sia un mezzo di comunicazione e di orientamento fondamentale per un cucciolo, è evidente dalla struttura stessa dell’organismo: è sufficiente pensare, infatti, ai numerosi ricettori tattili come il muso, il naso ma anche i cuscinetti plantari e la regione perineale. Al tatto, inoltre, sono collegate anche le capacità chinestesiche e quelle propriocettive del cane: le prime si riferiscono alla coscienza delle diverse parti del corpo da fermo e in movimento; le seconde, invece, riguardano la percezione di sé nello spazio. Entrambe fanno riferimento a due diversi tipi di intelligenza e fanno comprendere come vi siano individui maggiormente inclini a cogliere se stessi nei differenti contesti in cui si verranno a trovare. La versatilità. La versatilità del senso del tatto si comprende anche in relazione al calore e al dolore. Il tartufo del cane è, infatti, idoneo a percepire differenze di temperatura variabili da 0,2 a 0,5°, mentre a livello corporale vengono colte le maggiori variazioni da 2 a 12°C. Ugualmente tattile sarà la capacità di avvertire il dolore, chiamata nocicezione. Ciò avviene grazie alla presenza di ricettori periferici situati nella pelle e internamente, cioè in ossa e visceri. I segnali dolorosi così vengono inviati al cervello consentendo l’attivazione di comportamenti diretti a preservare l’equilibrio dell’individuo. Quest’ultima regione è, a sua volta, correlata dalle emozioni della paura e ai bisogni della sicurezza, di attaccamento e sessuali.