L’olfatto per il cane è importante quanto per noi esseri umani lo è la vista: le sue cellule olfattive, a seconda della razza, variano da 100 a 200 milioni, l'uomo ne ha appena 5 milioni: nell'uomo la mucosa olfattiva ha una superficie di 3-4 centimetri quadrati, nel cane arriva a 150. L'olfatto dei cani può distinguere un oggetto da un altro, una persona da un’altra, proprio come facciamo noi attraverso la vista, infatti è dotato di una memoria olfattiva che gli permette di discernere un dodore anche a distanza di tempo. L'uomo ha da sempre "sfruttato" questa qualità del cane nelle sue attività: caccia, ricerca di persone scomparse, antidroga, ricerca di esplosivi e cosi via. Pena, da qualche tempo, le preziose cellule olfattive canine sono al servizio dell'uomo anche in campo medico. II primo caso riconosciuto risale al 1989: Trudi, un dalmata, si ostinava ad annusare un neo sulla gamba della sua padrona e successivi controlli confermarono la presenza di una formazione maligna, un melanoma. Trudi riuscì a salvare la sua padrona e il case fu poi descritto sulla rivista Lancet, aprendo la strada all'impiego dell’olfatto dei cani nella ricerca scientifica. La stessa Claire Guest, fondatrice delta Medical Detection Dogs in Inghilterra, ha vissuto in prima persona un'espenenza simile con la sua Daisy prima di fonclana la MOD. Diversi casi simili sono stati riportati dai media dando molto enfasi alla cosa, possibile che alcuni di essi siano veri, ma è anche possibile che, alla luce di una successiva diagnosi di tumore, che un proprietario in buona fede possa aver scambiato della semplici manifestazioni di affetto del proprio cane con il tentativo dell'animale di avvisare della presenza di qualcosa di sospetto. Proprio per questo le segnalazioni dei medical detection dogs avvengono, come vedremo, con tutt'altra modalità. Le prime sperimentazioni empiriche risalgono al 2004 quando furono portati avanti alcuni studi sul melanoma, successivamente le ricerche si sono estese ad altri tipi di tumore: quello alla prostata in Francia, alla vescica in Inghilterra, al colon-retto in Giappone, al seno e al polmone in America. Laricerca va avanti ed è ipotizzabile che i cani possano arrivare a rilevare altre forme tumorali. In Gran Bretagna e negli Stati Uniti si stanno facendo degli esperimenti sull'alito per tumori della mammella e dello stomaco, in Giappone sulle feci per il tumore al colon. E’ stata anche ipotizzata la creazione di uno strumento tecnico elettronico che analizzi e riconosca le sostanze volatili emesse dalle cellule cancerose contenute nell'espirato umano, trarnite dei nano lubi di carbonio, questo diventerebbe possibile isolando i bio-marker delle malattie metaboliche segnalate dal cane. E’ stato provato che i cani sono in grado di individuare tumori e altre malattie metaboliche grazie alla loro sensibilità olfattiva con una attendibilità pari at 98%. Scusate se è poco!
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