Quando la necessità di trasferirsi all’estero include anche gli amici a quattro zampe E ‘ indubbio che negli ultimi anni la globalizzazione, la possibilità di trasferirsi all’estero per lavoro, divenuta ormai un’esigenza per tutti coloro che non riescano a trovare occupazione nel proprio Paese d’origine, ha conferito all’uomo, in quanto individuo con delle radici e alle nuove generazioni, carattere insolitamente itinerante. Inevitabilmente anche gli amici a quattro zampe sono stati costretti ad adattarsi a questo nuovo stile di vita, divenendo viaggiatori a tutti gli effetti, soprattutto quando si tratti di seguire il padrone all’estero. Sebbene siano molteplici gli Stati in cui la cultura cinofila sia molto sviluppata, purtroppo ancora non è possibile affermare che i cani siano bene accetti in tutto il mondo. L’Unione Europea si distingue per eccellenza. L’Unione Europea ha stabilito che per i padroni con animali al seguito, l’ingresso in uno Stato membro, ad eccezione di Gran Bretagna, Irlanda, Svezia e Malta, sia consentito soltanto con passaporto comunitario secondo la decisione 2003/803/CE della Commissione, e tatuaggio o microchip in grado d’individuarne la provenienza. Alcune razze, tuttavia, sono ritenute pericolose e quindi a prescindere dalle autorizzazioni e i lasciapassare, escluse dai regolamenti UE. Il passaporto è infatti considerato un documento fondamentale, ma in alcuni casi non sufficiente, a garantire l’immissione di un animale domestico in un altro Stato. Mediante quest’ultimo sarà possibile attestare l’avvenuta esecuzione delle vaccinazioni obbligatorie, ossia l’antirabbica ed eventuali richiami, ma non necessariamente la corrispondenza ai requisiti richiesti dal governo interessato. Consultando i siti ministeriali delle diverse Nazioni europee, sarà possibile acquisire ulteriori informazioni, relativamente alla normativa interna. Ad esempio la Finlandia, chiede di sottoporre tutti gli animali domestici, il trattamento preventivo per l’echinococco, che dovrà essere effettuato entro massimo trenta giorni dal preventivato arrivo sul territorio. Abilitati al rilascio di tali passaporti sono i veterinari accreditati presso le autorità competenti, che generalmente tendono a subordinare la verifica ad una preventiva iscrizione all’anagrafe canina (regola valida anche per gatti e furetti).