I regolamenti delle aziende dei trasporti pubblici prevedono, in linea di massima, delle norme piuttosto restrittive in materia di trasporto degli animali. Non ci sono sostanziali differenze tra Torino, Milano, Bologna o Roma: in generale sono ammessi gatti e uccelli nell’apposita gabbietta, cani di piccola e media taglia rinchiusi nel trasportino o con guinzaglio e museruola e, possibilmente, tenuti in braccio. Ci sono, di città in città, alcune differenze in merito alla tariffazione: mentre a Roma l’animale paga il biglietto a prezzo pieno, a Pisa può viaggiare gratuitamente; ma nella maggior parte delle città è considerato alla stregua di un bagaglio e la tariffa varia a seconda delle dimensioni del trasportino necessario a contenerlo. Sono sempre ammessi e possono viaggiare gratuitamente solamente i cani conduttori per ciechi. Ci sono limitazioni anche nel numero di animali che possono essere trasportati in una vettura pubblica: a Roma, ad esempio, è imposto il numero massimo di due animali per volta. I regolamenti prevedono poi, in genere, altre clausole, tra le quali l’obbligo del padrone al risarcimento di danni arrecati dall’animale a cose o persone. Altri prevedono l’ammissione dello stesso solo previa approvazione del personale aziendale. L’accesso dell’animale alle vetture, infatti, potrebbe essere negato per cause contingenti, come ad esempio il sovraffollamento del mezzo. «Stop», quasi ovunque, per i cani di taglia grossa: questi regolamenti sono discriminanti nei confronti dei proprietari di cani di taglia grossa. Si tratta di una discriminazione che non ha alcun fondamento, anche perché manca una classificazione certa dei cani per taglie.
Quattrozampe in autobus a Milano
Tuttavia le cose, lentamente, stanno migliorando. Il principio che per andare in un parco, a trovare un amico, a una visita veterinaria, si possa prendere il mezzo pubblico di trasporto dando anche un con- tributo al minor inquinamento delle nostre città, si sta facendo largo. Come a Milano, dove, dal marzo 2002, sono stati fatti due piccoli passi avanti: tolleranza per i “pesi medi” e accesso alla metropolitana. Mentre in passato la metropolitana era interdetta a tutti gli animali, tranne che per i cani guida e quelli da caccia con cacciatore al seguito (!), ora è possibile accedervi, con alcune limitazioni. Devono essere di piccola o media taglia e non possono viaggiare nelle ore di punta. Devono pagare il biglietto e non possono essere più di uno per vagone. Sui mezzi di superficie, ora, valgono le stesse regole. In passato, invece, era consentito l’accesso solo ai cani di piccola taglia, che potevano essere tenuti in braccio.
Quattrozampe in autobus a Firenze
Curiosa la situazione di Firenze, dove c’è una contraddizione tra il regolamento comunale e la Carta dei Servizi dell’Azienda dei Trasporti. Le norme stabilite dall’Ataf di Firenze prevedono solo cani di piccola taglia purché tenuti in braccio e muniti di museruola. Altri animali in ceste e gabbie di piccole dimensioni possono accedere a insindacabile giudizio dell’autista. Ma il Regolamento Comunale del 1999, poi modificato nel 2002, all’articolo 14 recita: “È consentito l’accesso degli animali su tutti i mezzi di trasporto pubblico operanti nel Comune di Firenze”. Speriamo che la contraddizione venga chiarita al più presto. L’esempio più positivo viene da Bolzano. Ecco come titola l’azienda Sistema Trasporto Integrato della Provincia il capitolo sui pet: “Anche gli animali sono viaggiatori”. Capitolo che così prosegue: “Il nostro desiderio è che possiate portare con voi i vostri animali, piccoli e me- no piccoli, tutte le volte che è necessario”. Dalle parole ai fatti. Sui mezzi possono viaggiare tutti gli animali domestici: gratuitamente quelli che stanno in braccio, pagando il biglietto di corsa semplice tutti gli altri. Bene anche Perugia, che almeno prova a non discriminare i “big”: nelle fasce orarie “di morbida” è consentito l’accesso negli autobus anche ai cani di grossa taglia purché condotti al guinzaglio, muniti di museruola e previo acquisto di idoneo biglietto. Ma anche Ravenna è all’avanguardia: nella cittadina della storica pineta viaggiano anche i cani di grossa taglia, purché nella piattaforma posteriore del bus.
Quattrozampe in autobus a Venezia
Un caso a parte è Venezia. Lì il trasporto pubblico è prevalentemente svolto sull’acqua. Cambia qualcosa, per i nostri amici a quattro zampe? Mica tanto. Sui vaporetti, come sugli autobus, l’accesso è permesso. Salvo ai cani di grossa taglia. “Però c’è una certa tolleranza”, dicono in Comune, “in realtà l’accesso è a discrezione del conduttore del vaporetto, cioè del capitano”. Più facile, in teoria, viaggiare in gondola. “Sulle gondole e sui motoscafi del servizio pubblico non di linea”, dicono ancora in Comune, “non c’è nessun regolamento che vieti agli animali di salire a bordo”. Bisogna vedere se i nostri amici ne hanno voglia. O non preferiscono rimanere con le zampe ben piantate per terra.
Quattrozampe in autobus a Genova
Battaglia vinta, invece, a Genova. Il capoluogo ligure è allineato alle grandi capitali europee, dove gli animali salgono sul bus senza biglietto. Il nuovo regolamento dell’AMT, l’Azienda Municipale dei Trasporti di Genova, approvato nell’inverno di due anni fa, dà il via libera gratuito a gatti, cani e altri animali sui bus. Chi porta i cani paga un solo biglietto, il proprio. Questo pone Genova all’avanguardia nel campo a livello italiano, collocandola addirittura al pari di Londra, Parigi e della Germania. Altri termini di paragone vanno cercati nei paesi del Nord Europa. Ecco, ad esempio, che a Stoccolma (Svezia) è sempre permesso portare animali domestici su autobus e metropolitana. Negli autobus viene semplicemente chiesto di sedersi nella parte posteriore. Più o meno lo stesso vale ad Amsterdam, in Olanda, dove gli animali posso- no viaggiare in una piccola gabbia o al guinzaglio. I controllori possono ordinare di scendere solo nel caso in cui la presenza dell’animale sia pericolosa, gravemente antigienica o causi grossi problemi ai passeggeri. Solo i cani più grandi pagano il biglietto. Quelli piccoli no. A Helsinki, in Finlandia, ogni azienda ha le sue regole sul trasporto degli animali. Ma tutte sono rispettose dei loro diritti. I piccoli animali sono sempre ammessi su bus e metro, sistemati in borse, in braccio o per terra. Quelli più grossi, in linea di massima, non sono ammessi nell’ora di punta. Su bus e pullman per grandi distanze vige un regolamento particolare: se a bordo si trova una persona che ha allergie, può chiedere che l’animale non salga. Se, al contrario, è il proprietario del quattrozampe ad essere già a bordo, ha diritto a restare e nessuno può chiedergli di scendere. Anche la Germania è tollerante: i cani, di tutte le taglie, hanno libero accesso ai mezzi pubblici. Esemplare il caso di Monaco di Baviera: qui esiste addirittura un bi- glietto giornaliero creato apposta per famiglie con quattrozampe, valido per tram e metropolitana. In Svizzera tutti i quattrozampe possono salire sui mezzi pubblici. Gratis cani piccoli e gatti, i grandi pagano mezzo biglietto. Pure a Londra vige il sì a cani e gatti, gratis su autobus e metro. I gatti nelle loro gabbiette, i cani con guinzaglio e museruola. A Parigi, i regolamenti piuttosto severi della RATP (il servizio sicurezza di metropolitana, autobus e linee RER) hanno per contraltare consuetudini assai più tolleranti nei confronti dei quattrozampe: les chiens possono infatti salire sui mezzi senza pagare. Trasporto gratuito per gli animali anche a Praga, purché siano tenuti chiusi nell’apposito cesto da viaggio. A Bruxelles, in Belgio, solo gli animali piccoli salgono sui mezzi pubblici senza pagare il biglietto. Quelli più grossi, invece, sono tenuti a pagare. Comunque, possono salire. Man mano che si scende verso il Sud Europa, invece, le cose si complicano. A Barcellona, in Spagna, ad esempio, solo i non vedenti possono portare il cane dappertutto, quindi anche su tram e metrò.