Un rapporto stupendo: è quello che può instaurarsi tra un bambino e un animale domestico.
Rapporto tra bambino e animale domestico: come svilupparlo in modo sano
Un rapporto che può essere utile al bimbo a crescere (nella sua crescita psichica), a conoscere «l’altro da sé», a rapportarsi con il «resto del mondo». E che fa bene pure alla sua salute. Un esempio? Diverse recenti ricerche statunitensi ed europee mostrano che nei bambini che nel primo anno di vita sono a contatto con due o più animali domestici come gatti e cani, si riduce decisamente il rischio di sviluppare allergie! Un rapporto, quello tra bimbi e animali, da costruire con molta attenzione. Tanto più quando il piccolo comincia a gattonare. Allora occorre un grande senso di responsabilità da parte dei genitori, che dovranno mediare e supervisionare il formarsi del rapporto tra i due. Ecco alcune piccole regole per fare felici sia il bimbo sia l’animale.
Primo. I genitori devono saper leggere i segnali di disagio del quattrozampe, con i quali il nostro amico ci dice «Per piacere, basta!» o quelli di esasperazione tipo «Ora mi sto proprio arrabbiando...». Per questo deve esserci sempre un adulto nella stanza in cui si trovano contemporaneamente un bimbo e un cane, anche se il quattrozampe non ha mai dato problemi. Quando il bimbo comincia a muoversi da solo, vanno infatti seguiti con molta attenzione i suoi incontri con il cane: i movimenti goffi, la voce acuta e le mani che toccano, tirano ed esplorano potrebbero risultare fastidiosi o addirittura intimidatori per il quattrozampe. E allora si dovrà insegnare al bambino che il cane non è un giocattolo, che non gli si devono tirare orecchie e coda, che non bisogna entrare nella sua cuccia né disturbarlo mentre mangia. In una parola: che va rispettato.
Secondo. Scegliere i giochi giusti. Al bambino, si sa, piace giocare. Al cane, in genere (per gli altri animali domestici come il gatto vale un po’ meno), pure. Si tratta di trovare quelli più adatti ad entrambi. È sempre opportuno differenziare i giochi del bimbo da quelli del cane, che dovranno essere di forma e consistenza diversa, come bottiglie di plastica o palline con la corda, e andranno riposti: verranno offerti al cane nei momenti opportuni e torneranno di proprietà del padrone alla fine del gioco. Questi accorgimenti controlleranno la possessività del quattrozampe. I giochi che prevedono il confronto fisico, come il tira e molla, il rincorrersi o l’invito a mordere sono meno indicati: possono stimolare nel cane una competitività che potrebbe rimettere in discussione il nostro ruolo dominante. Inoltre finiscono per dare, se ripetuti troppe volte, pessime abitudini che potrebbero nuocere al bambino. Meglio il riporto della pallina o del legnetto. Se viene ben gestito, garantisce divertimento per tutti. Permette al cane di sgranchirsi un po’... le zampe e di rapportarsi con il bimbo, che è in grado di lanciare un oggetto sin dalla tenera età. E garantisce al piccolo la felicità, impagabile, di vedere il quattrozampe correre e scattare a una propria azione. Il divertimento è assicurato. Anche per chi si gusta la scena. I lanci saranno interrotti prima che l’eccitazione (di entrambi!) abbia superato la soglia di guardia. Basterà proporre (a entrambi!) uno scambio di cibo contro pallina o legnetto per poi farlo sparire. Un’unica avvertenza: è sempre meglio non togliere le cose dalla bocca dell’animale per non perderne la fiducia. E poi non dimentichiamo che il bambino ci osserva. Potrebbe decidere di vedere cosa c’è nella bocca non solo del gioviale cagnetto di famiglia ma anche del permaloso cane da guardia del vicino.
Terzo. No alle punizioni fisiche. Per far di qualunque quattrozampe un buon compagno bisogna fargli capire subito chi è il «capobranco»: senza sgridate inutili (che susciterebbero reazioni negative), ma con affettuosa fermezza. Gli piace giocare, e con il gioco gli si può insegnare qualsiasi cosa. Il cane deve vivere comunque a stretto contatto con il proprietario, per stabilire con lui un rapporto profondo. Ma, nei suoi confronti, deve essere accuratamente evitata la punizione fisica. Oltre a rappresentare un’inutile violenza, può produrre danni dal punto di vista comportamentale: il nostro animale potrebbe sviluppare diffidenza e insicurezza, fraintendendo alcuni gesti del bimbo, considerandole minacce, e decidere di difendersi dal piccolo. Quarto. Se il bimbo è un neonato permettete a cane o gatto di annusarlo. Non proibitegli di entrare nella stanza del bimbo. Riservate alla bestiola molte attenzioni, come bocconcini speciali e carezze, guardatela e parlategli quando è in presenza del neonato. Gli si farà così capire che il neonato è un vantaggio per lei, non un concorrente. E non si avranno mai problemi di «gelosia».
E le paure di carattere sanitario? Ingiustificate. Il cane o gatto che vi- ve in casa non porta chissà quali malattie. Porta più microbi il papà reduce da un viaggio in tram. Perché di lui non ci preoccupiamo? Il problema (piccolo piccolo) possono essere morsi di cane, piccoli roditori o gatto, e graffi appannaggio solo di quest’ultimo. Morsi e graffi sono infatti l’accidente più frequente per chi ha in casa un animale anche se, per la scarsa gravità, vengono segnalati al medico solo occasionalmente. In genere producono lesioni senza conseguenze. I morsicatori, di solito, sono i cani che sentono minacciato il loro territorio. Diverse le motivazioni dei gatti. Non amano il vociare rumoroso né essere toccati con insistenza. Le eccessive coccole li innervosiscono. Può capitare che qualcuno reagisca in malo modo, ma sempre solo dopo avere «avvertito» soffiando minacciosamente! A noi adulti il compito di prevenire il più possibile, capire gli animali e captare i loro segnali e le loro insofferenze ed evitare così le situazioni... ‘pericolose’.
Scrive il poeta inglese Donald McCaig: «Ogni bambino umano deve accostarsi all’Universo da zero. Ogni cucciolo di cane porta l’Universo con sé». «Non c’è psichiatra al mondo come un cucciolo che ti lecca la faccia», ha invece scritto Ben Williams. Sottoscriviamo.
Cosa insegnare al bimbo:
– Non esplorare il corpo del cane infilando le dita in bocca o nelle orecchie e non tirare orecchie, la coda o il pelo.
– Non disturbare il cane quando mangia o è a cuccia.
– Non piombargli inaspettatamente alle spalle. La prima reazione a uno spavento improvviso è il morso.
– Parlare a voce bassa senza lanciare strilli. I toni acuti vicino all’orecchio dell’animale (molto più sensibile del nostro) potrebbero risultare insopportabili.
– Non inseguirlo quando ha deciso di sottrarsi «all’abbraccio» del bimbo e va a rintanarsi. Regole per una sana convivenza:
– Non impedire al cane o al gatto di entrare nella camera del bambino.
– Rivolgersi al veterinario se non si è sicuri della buona salute del gatto, cane, criceto ecc.
– Abituare il cane a dormire in cuccia, se si vuole evitare che salga sul letto del bimbo.
– Sistemare la cuccia in modo che possa sottrarsi alle insistenze del bimbo.
– Creare nel cane o gatto il piacere della presenza del neonato con coccole, carezze e bocconcini speciali quando sono entrambi nella stessa stanza.